Tecarterapia Originale Humantecar® nella patologia del ginocchio

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Il ginocchio è l’articolazione più grande del nostro corpo ed è indispensabile per la dinamica del passo.

È costituita da tre componenti ossee: estremità distale del femore (osso della coscia), estremità prossimale della tibia (osso della gamba), rotula (osso sesamoide – mobile – più grande del corpo).

Questi tre elementi sono inclusi in un’unica articolazione anatomica, il ginocchio, ma dal punto di vista fisiologico articolare sappiamo che si rapportano tra loro formando due articolazioni: articolazione femoro-rotulea, tra femore e rotula, e articolazione femoro-tibiale, tra femore e tibia.

I movimenti di questa articolazione sono permessi da importanti masse muscolari come quadricipite (muscolo deputato all’estensione del ginocchio), bicipite femorale, muscolo semimembranoso e muscolo semitendinoso (questi ultimi tre consento la flessione del ginocchio).

Il ginocchio è stabilizzato da una rete di legamenti: legamenti collaterali, legamenti crociati, legamento rotuleo e legamenti alari.

I legamenti crociati, e in particolar modo il legamento crociato anteriore, è quello più importante per la stabilità articolare ed è anche quello che più frequentemente entra nelle cronache sportive perché si lesiona in molti atleti e soprattutto in molti giocatori di calcio.

Di seguito analizzeremo come la TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® agisce nelle patologie del ginocchio, riportando in equilibrio e/o stimolando il sistema emolinfatico a favore di una precoce guarigione.

COME AGISCE LA TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® SUL GINOCCHIO?

La TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® è una terapia di tipo manuale che prevede l’uso di uno speciale dispositivo oggi di quarta generazione, HUMANTECAR HCR 1002, che è uno stimolatore elettromagnetico del metabolismo e della circolazione in grado di intervenire in profondità nel tessuto trattato, stimolando dall’interno i processi biochimici e biofisici che l’organismo mette in atto per ripristinare le condizioni fisiologiche in un tessuto alterato, accelerando in modo rilevante i processi riparativi e il riassorbimento di fluidi interstiziali accumulati.

Agisce quindi sul sistema circolatorio sanguigno e linfatico con un’attività che origina dall’interno dei tessuti ed è pertanto un ausilio fondamentale per il fisioterapista nel trattamento delle alterazioni funzionali sia del tessuto muscolare che osteoarticolare, ma che trova applicazione in ogni disturbo che coinvolga infiammazione, dolore e/o versamenti.

Tra i processi biochimici e biofisici attivati dal dispositivo HUMANTECAR HCR 1002 distinguiamo quelli ottenuti senza alterare lo stato termico del tessuto (atermia) da quelli in cui si ha in concomitanza una modificazione della temperatura (vasodilatazione profonda).

A questo proposito è importante distinguere i concetti di calore e temperatura. Il calore è una forma di energia, misurata in Joule, che può essere trasferita dall’ambiente ad un corpo mediante irraggiamento o da un corpo ad un altro per contatto.

Il trasferimento di calore provoca un aumento della temperatura, che è invece un’indicazione dello stato termico di un corpo e viene misurata in gradi centigradi.

L’aumento della temperatura ottenuto in profondità nel tessuto con questo strumento non è dovuto a trasferimento di calore da parte del dispositivo, ma è la conseguenza di un aumento marcato del flusso di elettroliti e dei processi metabolici.

Reazioni che si manifestano senza alterazione della temperatura tissutale.

Mobilizzazione di elettroliti. Queste molecole ioniche sono di fondamentale importanza, in quanto un loro disequilibrio può provocare forti alterazioni nei processi intracellulari.

Esistono meccanismi di trasporto di membrana specifici per ciascun elettrolita, la cui attivazione o meno costituisce uno dei segnali con cui la cellula rileva le caratteristiche dell’ambiente esterno e risponde ad eventuali variazioni.

Infatti, il passaggio degli elettroliti, favorito dall’ambiente acquoso fisiologico, non è un meccanismo fine a se stesso, ma provoca l’attivazione di numerosi processi biochimici volti a mantenere l’omeostasi e l’integrità del tessuto, nonché ad espletarne le funzioni. Gli elettroliti infatti influenzano l’eccitabilità dei neuroni, la secrezione endocrina, la permeabilità di membrana, fungono da tampone per i fluidi biologici evitando condizioni di alterazione tissutale dell’equilibrio acido/base e controllano il movimento dei fluidi fra i diversi distretti corporei.

Pertanto, stimolarne il movimento favorisce un’accelerazione e attivazione dei processi metabolici intracellulari, compresi quelli destinati al ripristino delle alterazioni del tessuto, stimolando l’attività enzimatica.

 

Attivazione del microcircolo. L’aumento dei processi metabolici richiede alle cellule una maggiore produzione di energia e quindi aumenta il fabbisogno di ossigeno e nutrienti tissutali. Il microcircolo fornisce queste sostanze ai tessuti aumentando localmente il flusso ematico.

L’attivazione del microcircolo, a causa dello spostamento a destra della curva di dissociazione dell’emoglobina nei globuli rossi aumenta il trasferimento di ossigeno ai tessuti e incrementa il trofismo tissutale e interviene nel controllo dell’infiammazione, un processo che l’organismo mette in atto quando si presenta un’alterazione del normale stato di salute ed equilibrio.

A causa dei meccanismi coinvolti (dovuti al rilascio di specifiche molecole pro-infiammatorie – istamina, prostaglandine, citochine, enzimi proteolitici ed enzimi catalitici che intervengono nel metabolismo intermedio da parte dei leucociti e del plasma), questo processo però altera momentaneamente la funzionalità del tessuto colpito, che si recupera solo nel momento in cui l’infiammazione viene risolta.

Reazioni che si manifestano con modificazione dello stato termico.

Vasodilatazione profonda. Un’intensa stimolazione del tessuto provoca un aumento della temperatura in profondità, che scatena una risposta locale: una marcata vasodilatazione sia dei vasi sanguigni che linfatici.

Questo fenomeno aumenta l’apporto di sangue e nutrienti al tessuto e permette una più efficiente rimozione dei cataboliti, che contribuiscono all’affaticamento muscolare in quanto sottoprodotti delle reazioni del metabolismo energetico e/o infiammatorio; inoltre provocano l’incremento dell’acidosi tissutale nel distretto coinvolto.

La vasodilatazione permette anche di drenare un eventuale accumulo di liquidi interstiziali agendo sui meccanismi di pressione oncotica e osmotica locale e non solo di pressione idrostatica come può avvenire con un semplice massaggio. (edema).

 Aumento della permeabilità vasale. La vasodilatazione aumenta anche la permeabilità dei vasi. In caso di infiammazione, questo ne favorisce la risoluzione poiché le cellule e le molecole del sistema immunitario attraversano più facilmente la parete vasale.

 Aumento della temperatura nel tessuto profondo. Un aumento marcato della temperatura in profondità nel tessuto fornisce sollievo al dolore, che è la principale causa di ridotta funzionalità. Inoltre, riduce lo spasmo muscolare e la rigidità articolare in quanto influenza la fluidità del tessuto connettivo, agendo sulla compattezza delle fibre collagene.

L’incremento della temperatura localizzato provoca uno spostamento a destra della curva di dissociazione dell’emoglobina dei globuli rossi circolanti nei vasi terminali del microcircolo e contestualmente lo stesso fenomeno a livello della mioglobina muscolare che, avendo una affinità per l’ossigeno sei volte superiore all’emoglobina rende molto più efficiente il trasporto dell’ossigeno nella catena respiratoria mitocondriale.

Un aumento della temperatura anche solo di 1°C induce un incremento dell’attività metabolica di ¼ (legge di van ‘t Hoff), con conseguente aumento della richiesta di energia, che il tessuto soddisfa aumentando l’apporto di sangue.

In caso di danno al tessuto, anche temporaneo, tende a divenire deficitario il presupposto (indicato nel principio di Le Chatelier) che le reazioni chimiche tendono a minimizzare gli effetti delle perturbazioni esterne. Questo è essenziale in quanto la rigenerazione è un processo che richiede una notevole attività enzimatica e quindi un elevato dispendio di energia.

Tutti questi processi sono collegati fra loro in un continuum crescente: la mobilizzazione degli elettroliti stimola il metabolismo energetico cellulare. Un aumentato metabolismo ha come conseguenza un incremento del fabbisogno di ossigeno da parte delle cellule che compongono il tessuto, che per soddisfare questa richiesta induce una iniziale vasodilatazione nel microcircolo locale.

Aumentando ulteriormente il flusso di elettroliti, si ottiene un incremento più marcato del metabolismo e della temperatura nel tessuto profondo. La conseguenza è una vasodilatazione intensa accompagnata da aumento della permeabilità vasale.

Il fisioterapista specialista in TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR®, in funzione dell’obiettivo preventivo o terapeutico che vuole ottenere in base ad una corretta diagnosi e progetto riabilitativo discusso con il medico, può decidere di attivare minime o massime variazioni degli effetti biologici indotti dal dispositivo HCR 1002, differenziandoli anche in base al distretto trattato e all’obiettivo prefissato.

COME AGISCE LA TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NELLE VARIE PATOLOGIE?

GONARTROSI

DISTORSIONE E LUSSAZIONE

FRATTURE

POST-CHIRURGICO

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NELLA CONDROPATIA E NELLA GONARTROSI

La condropatia è una condizione dolorosa caratterizzata dalla degenerazione della cartilagine situata nella superficie delle rime articolari di rotula/femore/tibia.

Il motivo per cui la cartilagine va incontro al processo degenerativo ha varie cause ma, a parte una predisposizione individuale, nella maggior parte dei casi rientra in una disfunzione di movimento (sindrome da scorrimento femoro-rotuleo), ovvero il movimento della rotula non è in equilibrio con le altre strutture del ginocchio.

I sintomi di questa condizione sono rappresentati da dolore in prossimità della rotula e dalla percezione di “scricchiolio” del ginocchio durante il movimento articolare.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® agisce nel trattare la disfunzione di movimento del ginocchio e delle articolazioni vicine come bacino, anca, caviglia e piede associando tecniche di terapia manuale ed esercizi che contribuiscono a ridurre lo stato infiammatorio. L’operatore distingue più fasi di trattamento, potendo agire sia in fase sub-acuta che cronica.

1 FASE: si lavora direttamente all’interno dell’articolazione, per stimolare i meccanismi di guarigione attraverso una vasodilatazione profonda, apportando maggiormente ossigeno e nutrienti nel distretto e recuperare mobilità ed elasticità dell’articolazione svolgendo esercizi di mobilizzazione attiva, passiva e/o contro-resistenza elastica.

2 FASE: antalgica e antinfiammatoria, stimolando la riparazione tissutale, attraverso la modalità capacitiva, nello specifico con elettrodo particolare LINFODINAMICO, per drenare il liquido in eccesso, eliminare dolore, edema e/o versamento, stimolando un’attivazione del microcircolo.

Una conseguenza della condropatia articolare è spesso la gonartrosi.

La parola “gonartrosi” sta ad indicare la presenza di degenerazione artrosica nell’articolazione del ginocchio.

Cosa significa artrosi? È una patologia degenerativa delle articolazioni, le quali, primariamente a causa dell’invecchiamento dei tessuti articolari ma anche in seguito ad uno stimolo cronico da sovraccarico del tessuto cartilagineo che si interpone tra le ossa iniziano ad avere un contatto diretto tra i segmenti di osso compatto che vengono raggiunti, in profondità, dal processo infiammatorio cronico.
Interviene quindi un vero e proprio “sfregamento” con una maggiore usura delle superfici articolari che, da un lato tende a erodere la superficie ossea, e da un altro provoca una reazione locale producendo materiale osseo in eccesso (osteofiti) che tende progressivamente a bloccare meccanicamente il movimento della articolazione ulteriormente aggravato dal fatto che tanto i legamenti che la capsula articolare diventano meno elastici, tonici e resistenti allo sforzo e al carico, destabilizzando ulteriormente l’equilibrio articolare complessivo.

Questa condizione innesca una reazione infiammatoria e quindi il ginocchio può presentare i segni clinici tipici dell’infiammazione cronica: gonfiore, presenza di edema (liquido) in prossimità della rotula ma anche diffuso all’interno dell’intera capsula articolare, presenza di calore e rossore, dolore al movimento in particolare la mattina o quando ci si alza dopo essere stati seduti per lungo tempo e talora nella semplice stazione eretta con frequente riduzione della mobilità.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® risulta essere molto efficace per migliorare il drenaggio dell’articolazione in seguito a presenza di edema e versamento, per ridurre il dolore, per migliorare la mobilità dei tessuti e ridare elasticità all’articolazione in tempi brevi, non sostituendosi ma facilitando i naturali processi riparativi del corpo.

Lo specialista in TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR®, che ha appreso il miglior utilizzo dello strumento HUMANTECAR ® HCR 1002 attraverso i corsi di formazione della HUMANTECAR® Academy, suddivide il percorso terapeutico in due o più fasi.

1 FASE: applicazione per drenare il liquido in eccesso, eliminare dolore, edema e/o versamento, stimolando un’attivazione del microcircolo grazie ad un elettrodo capacitivo particolare, a forma concava convessa chiamato LINFODINAMICO.

2 FASE: applicazione per ridare elasticità all’articolazione e migliorare la mobilità attraverso la modalità resistiva che interviene direttamente in profondità nel tessuto osteo-tendineo apportando ossigeno e nutrienti. Contemporaneamente riduce lo stato infiammatorio secondario delle strutture tendinee e legamentose facenti parte o contigue all’articolazione.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NELLA LUSSAZIONE

Lussazione: completa perdita di contatto tra le componenti ossee di una articolazione a seguito di un evento traumatico.

Particolarmente nel caso dell’articolazione del ginocchio la lussazione è un evento traumatico acuto molto grave che determina una perdita di contatto stabile tra il femore e la tibia. La lussazione richiede sempre l’ospedalizzazione e, oltre al grave danno articolare, può interessare le strutture vascolari e nervose del ginocchio con possibili gravi conseguenze ischemiche e motorie.

Dopo il trattamento di riduzione in regime ospedaliero e la stabilizzazione dell’articolazione può essere, fin dai primi giorni, effettuata la TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR®, nel rigoso rispetto della immobilizzazione dell’arto.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NELLE FRATTURE

Le fratture più comuni del ginocchio sono la frattura della rotula e la frattura del piatto tibiale.

Frattura della rotula: essendo l’osso più superficiale, nel caso di forti impatti nella superficie anteriore del ginocchio è tra i più vulnerabili.

Frattura del piatto tibiale: il piatto tibiale è la superficie superiore della tibia che si articola con i condili del femore e sopporta il carico del corpo. Nel caso di traumi importanti questa frattura può avvenire in concomitanza della lesione dei legamenti.

La TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® nel recupero post-frattura è uno strumento molto importante perché in una prima fase, quando il ginocchio è gonfio, aiuta il fisioterapista nel drenaggio dell’articolazione e in una fase successiva, il trasferimento di energia contribuisce ad accelerare i meccanismi fisiologici di guarigione e di ripristino della biologia interna.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NELLA DISTORSIONE

La distorsione: sollecitazione dell’articolazione oltre il limite fisiologico, tale da causare uno stiramento dei tessuti o nei casi più gravi delle lesioni tendinee, muscolari, legamentose, capsulari e ossee.

Lo specialista in TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR®, che ha appreso il miglior utilizzo dello strumento HUMANTECAR ® HCR 1002 attraverso i corsi di formazione della HUMANTECAR® Academy, suddivide il percorso terapeutico in due o più fasi.

1 FASE: Applicazione antidolorifica e antalgica stimolando un’attivazione del microcircolo

per ridurre al minimo l’effetto termico cosi da drenare il liquido in eccesso, eliminare dolore e far riassorbire edema e/o versamento in tempi brevi.

2 FASE: Applicazione per recupero della mobilità.

Dal momento in cui si verifica un evento traumatico come una distorsione o, peggio ancora, una lussazione, si ha uno stiramento di tessuti. È necessario, dunque, recuperare la massima elasticità di tendini e legamenti affinché l’articolazione sia capace di muoversi e recuperare il “controllo motorio” e il movimento venga eseguito bene.

Attraverso una vasodilatazione profonda, un’intensa stimolazione del tessuto, si provoca un aumento della temperatura in profondità, che scatena una risposta riflessa: una marcata vasodilatazione sia dei vasi sanguigni che linfatici.

Questo fenomeno aumenta l’apporto di sangue e nutrienti al tessuto e permette una più efficiente rimozione dei cataboliti, che contribuiscono all’affaticamento muscolare in quanto sottoprodotti delle reazioni del metabolismo energetico e/o infiammatorio; inoltre provocano l’acidificazione del sangue nel distretto coinvolto.

La vasodilatazione permette anche di drenare un eventuale accumulo di liquidi interstiziali. La vasodilatazione aumenta anche la permeabilità dei vasi.

In caso di infiammazione, questo ne favorisce la risoluzione poiché le cellule e le molecole del sistema immunitario attraversano più facilmente la parete vasale. Un aumento marcato della temperatura in profondità nel tessuto fornisce sollievo al dolore, che è la principale causa di ridotta funzionalità. Riduce inoltre lo spasmo muscolare e la rigidità articolare in quanto influenza la fluidità del tessuto connettivo, agendo sulla compattezza delle fibre collagene.

Tutti questi processi sono collegati fra loro in un continuum crescente: la mobilizzazione degli elettroliti stimola il metabolismo energetico cellulare. Un aumentato metabolismo ha come conseguenza un incremento del fabbisogno di ossigeno da parte delle cellule che compongono il tessuto, che per soddisfare questa richiesta induce una iniziale vasodilatazione nel microcircolo locale.

Aumentando ulteriormente il flusso di elettroliti, si ottiene un incremento più marcato del metabolismo e della temperatura nel tessuto profondo.  La conseguenza è una vasodilatazione intensa accompagnata da aumento della permeabilità vasale.

Il fisioterapista, in funzione dell’obiettivo preventivo o terapeutico che vuole ottenere, può decidere di attivare minime o massime variazioni degli effetti biologici indotti dal dispositivo HUMANTECAR ® HCR 1002, differenziandoli anche in base al distretto trattato.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NEL POST-CHIRURGICO, OSSIA NELLA RIABILITAZIONE DEI TRAUMI AI LEGAMENTI DEL GINOCCHIO

Il ginocchio ha un’importante rete legamentosa che stabilizza l’articolazione nei suoi movimenti.
I legamenti crociati hanno il compito di contenere i movimenti di traslazione anteriore e posteriore tra tibia e femore e le rotazioni. Di questi due legamenti, il più noto è il “legamento crociato anteriore” perché ha una percentuale maggiore di rischio lesioni, che sono molto comuni negli sport in cui si effettuano improvvisi cambi di direzione come il calcio.

Spesso capita che alla lesione del legamento crociato anteriore sia associata anche la lesione capsulare più frequentemente del menisco mediale e del legamento collaterale mediale. Lateralmente, l’articolazione del ginocchio è stabilizzata dai legamenti collaterali che possono lesionarsi a seguito di eventi distorsivi anche di modesta entità.

La TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® agisce precocemente nel recupero dei legamenti crociati. L’operatore distingue più fasi.

1 FASE: per mezzo della modalità resistiva si lavora immediatamente, fin dalla prima ore dopo l’intervento, nella vascolarizzazione profonda dei muscoli della coscia (estensori e flessori) per ridurre la contrattura e migliorare l’elasticità. Questa procedura deve essere sempre associata ad un contemporaneo lavoro attivo di contrazione isometrica dei muscoli della coscia, evitando l’elettrostimolazione e riducendo quindi il conflitto femoro-rotuleo che da questa può essere, in questa fase, facilitato.

Il trattamento, sempre in modalità resistiva, prosegue direttamente all’interno dell’articolazione, là dove si inseriscono queste strutture per poter stimolare i meccanismi di guarigione attraverso una vasodilatazione profonda, apportando maggiormente ossigeno e nutrienti nel distretto.

Recupero progressivo della mobilità dell’articolazione svolgendo contemporaneamente esercizi di mobilizzazione attiva, passiva e successivamente contro-resistenza (dapprima elastica) secondo il programma riabilitativo e le tempistiche indicate dal medico.

In questa fase è utile anche associare, al bisogno, un trattamento antalgico e antinfiammatorio, attraverso la modalità capacitiva, nello specifico con elettrodo particolare LINFODINAMICO, per drenare il liquido in eccesso, eliminare dolore, edema e/o versamento, stimolando un’attivazione del microcircolo.

2 FASE: utilizzazione della modalità capacitiva per ottenere un’importante effetto di vascolarizzazione profonda a livello dei muscoli della coscia e la modalità resistiva negli esercizi di rinforzo muscolare attivi negli esercizi di recupero completo del ROM e nel recupero propriocettivo con manovre di terapia manuale associata e chinesiterapia di recupero funzionale sull’intero arto (dalla muscolatura addominale, all’articolazione dell’anca, al ginocchio operato sino all’articolazione tibio-tarsica).

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® NEI TRAUMI AL MENISCO

Il menisco è una struttura anatomica a forma di semiluna, ogni ginocchio ne ha due, e ha il compito di ammortizzare il carico che dal femore si trasmette alla tibia.
Il motivo per cui molte persone soffrono di lesioni al menisco, al di là delle forme traumatiche, è che una disfunzione di movimento dell’articolazione (cioè quando l’articolazione non si muove bene) può degenerare con il tempo il menisco e di questo, in particolare le corna posteriori (ovvero le estremità posteriori).

Secondo la letteratura scientifica l’intervento chirurgico non ha un successo maggiore del percorso fisioterapico, e per questo motivo prima di andare sotto i ferri, ogni paziente effettua un ciclo terapeutico.

TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR® agisce precocemente nel recupero del trauma al menisco, Lo specialista nella TECARTERAPIA ORIGINALE HUMANTECAR®  a seguito di una formazione con HUMANTECAR® Academy distingue più fasi di trattamento:

1 FASE: si lavora direttamente all’interno dell’articolazione, per stimolare i meccanismi di guarigione attraverso una vasodilatazione profonda, apportando maggiormente ossigeno e nutrienti nel distretto e recuperare mobilità ed elasticità dell’articolazione svolgendo esercizi di mobilizzazione attiva, passiva e/o contro-resistenza sulla base del programma riabilitativo elaborato con il medico.

2 FASE: antalgica e antinfiammatoria, stimolando la riparazione tissutale, attraverso la modalità capacitiva, nello specifico con elettrodo particolare LINFODINAMICO, per drenare il liquido in eccesso, eliminare dolore, edema e/o versamento, stimolando un’attivazione del microcircolo.