Tecarterapia, quali sono le controindicazioni?

tecarterapia-controindicazioni

La Tecarterapia e le sue controindicazioni: in questa pagina analizzeremo tutti i possibili effetti collaterali della Tecarterapia.

La Tecarterapia, negli ultimi anni, ha acquisito molta popolarità, ed è quindi opportuno parlare delle possibili controindicazioni a questo trattamento. Noi di Unibell, inventori della Tecarterapia, vi racconteremo cosa abbiamo scoperto in oltre 20 anni di analisi di vigilanza post-market, condividendo i principali elementi di rilievo sulle possibili controindicazioni.

La Tecarterapia non comporta controindicazioni con i giusti strumenti

tecarterapia-controindicazioni-hcr1002

La Tecarterapia, nata oltre vent’anni fa, è stata testata da numerosi studi clinici che non hanno mai mostrato controindicazioni rilevanti; al contrario, in molti di essi proprio l’assenza di particolari controindicazioni è stata spesso messa in evidenza. Solo in caso di Tecarterapia sulla regione cervicale o paravertebrale, si è notato che, con sedute prolungate che inducono un’intensa vasodilatazione, si può verificare una transitoria, e talvolta repentina, diminuzione della pressione arteriosa. Trattare queste aree è comunque possibile, ma si consiglia di ridurre la durata dei trattamenti e/o prolungare l’intervallo tra una sessione e l’altra per evitare possibili controindicazioni.

Gli studi e i test effettuati sulla Tecarterapia non hanno portato alla luce gravi eventi o reazioni avverse e quindi nessuna particolare controindicazione: ad ora sono stati segnalati solo alcuni casi di bruciature e di reazioni cutanee. Reazioni che, tuttavia, sono sempre dovute ad un uso scorretto dello strumento, nel caso delle bruciature, e ad una mancata verifica anamnestica dello stato del paziente, nel caso di reazioni cutanee indesiderate.

La Tecarterapia potrebbe quindi portare controindicazioni se effettuata in modo errato e proprio per questo motivo Unibell ha programmato corsi di formazione dettagliati che, grazie a relatori altamente qualificati, istruiscono operatori e medici sulle caratteristiche e sull’uso corretto dello strumento per i diversi trattamenti. Unibell ha inoltre elaborato un Modulo di Consenso Informato per guidare operatore e paziente nell’anamnesi che deve precedere ogni trattamento, per ridurre il rischio che si verifichino reazioni avverse e controindicazioni alla Tecarterapia.

Va inoltre considerato che le controindicazioni rilevate si riferiscono anche ai primi strumenti immessi sul mercato. Da allora la ricerca tecnologica ha portato a grandi avanzamenti e migliorie, ed oggi HumanTecar® è uno strumento affidabile, preciso, sicuro, che l’operatore può controllare finemente e che dispone di sistemi di sicurezza che proteggono sia il paziente che l’operatore da eventuali rischi. Il rischio di controindicazioni, poi, si riduce al minimo con la corretta applicazione del Metodo di HumanTecar®, un insieme di tecniche manuali e modalità di utilizzo dello strumento che ormai da decenni dimostra quotidianamente la propria efficacia, rapidità e sicurezza.

Per quali soggetti è sconsigliata la Tecarterapia?

controindicazioni-tecarterapia

La Tecarterapia, quindi, non presenta gravi controindicazioni. Possibili controindicazioni si possono avere con pazienti che hanno particolari condizioni preesistenti e che quindi non dipendono direttamente dalla Tecarterapia.

Si sconsiglia quindi l’uso della Tecarterapia in pazienti con:

1) età inferiore a 12 anni come precauzione, per mancanza di studi a riguardo
2) gravidanza presunta o accertata come precauzione, per mancanza di studi a riguardo
3) epilessia, per il rischio di perdita di coscienza improvvisa e di conseguenza impossibilità del paziente di comunicare le sensazioni termiche, esponendolo al rischio di bruciature
4) insensibilità alla temperatura, per l’impossibilità del paziente di comunicare le sensazioni termiche, esponendolo al rischio di bruciature
5) infermità nervosa, per l’eccessiva difficoltà o l’impossibilità dell’operatore di comprendere le sensazioni termiche del paziente, esponendolo al rischio di bruciature
6) coagulopatie e tromboflebiti, per il rischio di distacco di coaguli dalla parete dei vasi e loro immissione nel torrente sanguigno.

L’utilizzo della Tecarterapia, inoltre, deve essere effettuato dopo una valutazione medica o accorgimenti particolari nei casi seguenti:

1) angina
2) disfunzioni cardio-vascolari
3) neoplasie
4) pacemaker e impianti attivi in generale
5) impianti ferromagnetici (clips etc.).

Nei casi sopracitati, quando la Tecarterapia è prevista in zone lontane dall’area affetta, il medico potrebbe autorizzare l’esecuzione della terapia, prendendo le necessarie precauzioni per evitare controindicazioni.

Precisazioni sulle controindicazioni alla Tecarterapia e alle azioni da intraprendere

Di seguito concludiamo con alcune precisazioni finali in merito alle controindicazioni alla Tecarterapia e alle azioni da intraprendere:

1) soggetti insensibili alle variazioni di temperatura. In tali casi, l’operatore dovrà eseguire un test preliminare e monitorare attentamente la temperatura del tessuto con il tatto, specialmente quando la Tecarterapia richiede un intenso incremento della temperatura e/o l’induzione della vasodilatazione
2) soggetti oncologici. La grande variabilità di questa patologia, data da una combinazione di numerosi fattori (stadio, localizzazione, tipo di neoplasia, età, patologie concomitanti etc.) rende indispensabile la valutazione del medico curante: la Tecarterapia in soggetti oncologici può essere eseguita solo sotto prescrizione
3) presenza di ulcere o scottature. In questo caso la terapia è possibile, prestando attenzione a non applicare gli elettrodi direttamente sull’area interessata. Agire sulle zone circostanti la lesione è ugualmente efficace nell’accelerare i processi riparativi
4) trattamento dopo impianto di protesi. In questo caso, è possibile intervenire nell’immediato post-chirurgico, anche se il paziente è immobilizzato: esistono protocolli finalizzati a ridurre l’edema già in una prima fase, agendo nelle aree circostanti la zona edematosa, su cui sarebbe troppo doloroso intervenire direttamente. In una fase successiva, lo stesso strumento è però adatto a stimolare i processi riparativi. In seguito, la presenza di protesi metalliche non costituisce controindicazione, purché più del 50% della loro superficie totale sia a contatto con il tessuto
5) soggetti ipotesi o trattamento della regione cervicale o paravertebrale. In questi casi, sedute prolungate che prevedono l’induzione di un’intensa vasodilatazione possono provocare una transitoria diminuzione della pressione arteriosa, anche repentina. È quindi consigliabile ridurre la durata del trattamento e/o prolungare l’intervallo tra una sessione e l’altra
6) presenza di un’infezione interna con incapsulamento (ascesso). Per evitare un’eventuale diffusione dell’infezione, è necessario consultare un medico e far precedere al trattamento di Tecarterapia un trattamento antibiotico.