Se il senso profondo dello sport è nel superamento del limite – correre ancora più veloce, saltare ancora più in alto, spostare l’asticella quel tanto che basta per surclassare un precedente record – che cosa dire di atleti che superano il più spietato dei limiti: quello del loro stesso corpo?
Noi di Human Tecar abbiamo imparato a conoscerli bene; a dar loro il massimo supporto che il nostro metodo può fornire. Si tratta di campioni che vanno ben al di là del risultato sportivo: Alex Zanardi, Martina Caironi, Vittorio Podestà, Roberto La Barbera, Arjola Dedaj, Emanuele Di Marino...
Quest’anno, gli azzurri della ‘seconda tornata’ a Rio – quella appena conclusasi domenica – ci hanno fatto emozionare almeno quanto gli olimpionici di agosto, riportando l’Italia nella Top Ten per la prima volta dopo 44 anni: ben trentanove medaglie, di cui 10 ori, 14 argenti e 15 bronzi.
Più che Paralimpiadi, Superolimpiadi.
E se è bello leggere le loro storie di ‘ordinario eroismo’, di orgoglio e tenacia, è ancor più bello accorgersi che grazie a loro, va sgretolandosi un certo becero pietismo che vedeva nella disabilità un oggetto di sterile commiserazione, piuttosto che di empatia, ammirazione e rispetto autentico. ‘Alla pari’.
Come è bellissimo, per la squadra Human Tecar, tanto il ringraziamento del plurimedagliato cui abbiamo dato assistenza, quanto estendere questo sostegno al di là del solo campo sportivo, nella quotidianità di chi deve lottare contro limiti e ostacoli ogni giorno, senza ori e senza podi.
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Se non si chiama Human Tecar, non darà mai i benefici di Human Tecar