Human Tecar assiste la squadra di Giuseppe e Carlo Saronni da molti anni, anche nella sua nuova veste di UAE Abu Dhabi; inutile dire, quindi, che il 9 maggio è stato un grande giorno per tutti noi, con il trionfo etneo di Jan Polanc, giovanissimo sloveno fra i rider sponsorizzati da Matar Suhail Al Yabhouni Al Dhaheri.
Che Jan Polanc ci sapesse fare in ascesa, si era visto sin dal maggio di due anni fa, quando si conquistò la maglia azzurra di miglior scalatore nella quinta tappa del Giro d’Italia 2015. In questa centesima edizione della gara, è la quarta tappa a metterlo in luce, la Cefalù-Etna – di per sé altrettanto storica, visto che è soltanto la quarta scalata al vulcano in mezzo secolo di Giro.
L’arrivo è a quota 1.892 metri, in scarsità d’ossigeno, in fondo a un’interminabile, scenografica salita di 18 chilometri su strade in pietra lavica, pendenze tra il 6,6 e il 12%, fra paesaggi di volta in volta mediterranei e lunari. Dislivello, 1.187 metri; fatica, tanta, eppure il venticinquenne dell’UAE è partito in attacco, a 179 km dal traguardo: “Ho visto gli altri al limite, ci ho provato”.
La squadra capitanata dal campione del mondo Rui Costa inserisce i protocolli personalizzati Human Tecar nell’allenamento quotidiano dei suoi rider, e utilizza la nostra metodologia sia prima sia dopo le gare. In particolare, le gare a tappe come il Giro richiedono un’accurata programmazione delle attività di recupero muscolare fra una tappa e l’altra.
Per non essere al limite, ma in vetta, sempre.